La nuova legge sul nucleare
Dal 15 agosto 2009 il
nucleare può ritornare in Italia, ed il Governo è autorizzato ad emanare le
norme per la localizzazione di centrali, impianti e depositi nucleari.
Dopo un lungo iter
parlamentare iniziato oltre un anno fa, è infatti entrata in vigore la Legge 23
luglio 2009, n. 99 "Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle
imprese, nonché in materia di energia", che rivoluziona completamente
il settore.
Cambiano ruoli e funzioni di ISPRA, di Sogin
e di ENEA
Una
parte dell’ISPRA (ex
APAT) e una parte dell’ENEA vanno a formare la nuova “Agenzia per la sicurezza nucleare”, che sarà l’autorità nazionale per tutto il settore
nucleare.
La
SOGIN viene commissariata, ed i suoi compiti saranno ridefiniti. Il suo consiglio di amministrazione è
decaduto alla data di entrata in vigore della legge, e l’incarico
di commissario è stato affidato a Francesco Mazzucca, già presidente di Ansaldo
Nucleare, coadiuvato dai vice commissari Giuseppe Nucci e Claudio Nardone.
L’ENEA, nella sua globalità, viene
commissariato e trasformato nella “Agenzia
nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico
sostenibile”, la quale, pur continuando a chiamarsi ENEA, sarà un “ente di diritto pubblico finalizzato alla
ricerca e all’innovazione tecnologica nonché alla prestazione di servizi
avanzati nei settori dell’energia, con particolare riguardo al settore
nucleare, e dello sviluppo economico sostenibile”.
Il Governo ha la
delega per localizzare centrali nucleari, impianti e depositi, e per stabilire
le compensazioni
Saranno adottati
entro sei mesi i “decreti legislativi di
riassetto normativo recanti la disciplina della localizzazione nel territorio
nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti
di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del
combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché dei sistemi per il
deposito definitivo dei materiali e rifiuti radioattivi e per la definizione
delle misure compensative da corrispondere e da realizzare in favore delle
popolazioni interessate”.
“La costruzione e
l’esercizio di impianti per la produzione di energia elettrica nucleare e di
impianti per la messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi o per lo
smantellamento di impianti nucleari a fine vita e tutte le opere connesse” saranno considerati
attività di preminente interesse statale e, come tali, dopo l’esito della VAS e
della VIA, saranno autorizzati con Autorizzazione Unica, la quale sostituirà “ogni provvedimento amministrativo,
autorizzazione, concessione, licenza, nulla osta, atto di assenso e atto
amministrativo, comunque denominati”.
Il Governo potrà
dichiarare i siti nucleari “aree di
interesse strategico nazionale”
Queste aree saranno
“soggette
a speciali forme di vigilanza e di protezione”; e chiunque
vi si introdurrà abusivamente, ovvero impedirà o renderà più difficoltoso
l’accesso autorizzato alle medesime, sarà “punito
a norma dell’articolo 682 del codice penale”, che prevede l'arresto
da tre mesi a un anno per “l’ingresso arbitrario in luoghi ove
l'accesso è vietato nell'interesse militare dello Stato”.
L’ energia prodotta
dalle nuove centrali nucleari godrà di privilegi per l’immissione in rete
Nella graduatoria,
il nucleare verrà subito dopo le rinnovabili, e quindi prima, ad esempio, della
cogenerazione.
Il Governo potrà
sostituirsi a Comuni, Province e Regioni “in caso
di mancato raggiungimento delle necessarie intese”.
Per i ricorsi
amministrativi vi saranno tempi
ridotti
Questa riduzione riguarderà tutte le “procedure di progettazione, approvazione e
realizzazione delle opere, infrastrutture e insediamenti produttivi concernenti
il settore dell’energia nucleare e relative attività di espropriazione, occupazione
e asservimento”.
Tutti i ricorsi
dovranno essere presentati al TAR del Lazio
Sono infatti “devolute alla giurisdizione esclusiva del
giudice amministrativo e attribuite alla competenza del tribunale
amministrativo regionale del Lazio, tutte le controversie, anche in relazione
alla fase cautelare e alle eventuali questioni risarcitorie, comunque attinenti
alle procedure e ai provvedimenti dell’amministrazione pubblica o dei soggetti
alla stessa equiparati concernenti la produzione di energia elettrica da fonte
nucleare”, anche per i processi in corso alla data di entrata in vigore
della legge.
Il Governo realizzerà
campagne di informazione alle popolazioni “per
creare le condizioni idonee”
Sono previste “opportune forme di informazione diffusa e capillare
per le popolazioni, e in particolare per quelle coinvolte, al fine di creare le
condizioni idonee per l’esecuzione degli interventi e per la gestione degli
impianti”, nonché “una opportuna
campagna di informazione alla popolazione italiana sull’energia nucleare, con
particolare riferimento alla sua sicurezza e alla sua economicità”.
La
risposta dell’ENEL
Il primo effetto di
questa nuova normativa che incentiva il nucleare si è già avuto, ancor prima
che la legge entrasse in vigore: il 3 agosto ENEL e EDF
hanno costituito una società a responsabilità limitata, denominata “Sviluppo Nucleare Italia S.r.l.”, con
il compito di realizzare gli studi di fattibilità per la costruzione di almeno
quattro centrali nucleari di tecnologia EPR nel nostro Paese, come d’altronde
era già stato previsto dal Memorandum firmato da Enel ed EDF il 24 febbraio
scorso durante il vertice Francia-Italia di Roma.
Enel ed EDF
possederanno il 50% ciascuno della nuova società, e, una volta completate le
attività di studio e prese le necessarie decisioni di investimento, è prevista
la costituzione di società ad hoc per la costruzione, proprietà e messa in
esercizio di ciascuna centrale nucleare.
La
risposta delle Associazioni
Non staremo certo a guardare
il Governo che ritorna agli errori del passato imponendoci impianti nucleari i
cui pericolosi effetti, diretti ed indiretti,
già ben conosciamo, specialmente in Piemonte.
In questo senso
abbiamo subito lanciato una Petizione al Consiglio Regionale del Piemonte dove si
richiede che il Consiglio “impegni la
Giunta a rivendicare il diritto della Regione a partecipare alle decisioni
statali in campo energetico, come previsto dalla Costituzione, ed emani appositi provvedimenti legislativi
affinché, in caso di eventuali proposte di realizzazione in Piemonte di
centrali nucleari, l’espressione da
parte della Regione del parere positivo per l’intesa con lo Stato sia
subordinata al risultato di una consultazione di tutti i Cittadini attraverso
un apposito referendum regionale”.
Parteciperemo
inoltre, come “azionisti antinucleari”
alla prossima assemblea dell’ENEL che si terrà nei primi mesi del 2010, per
chiedere conto di come i capitali pubblici vengono investiti e dei rischi che
il nucleare fa correre al Paese, dal punto di vista della salute, dell’ambiente
e persino dell’economia.
Tutti coloro che
ritengono che il nucleare rappresenti la risposta meno efficace e di gran lunga
più pericolosa ai problemi energetici del nostro Paese, e intendono fare qualcosa
prima che sia troppo tardi, sono invitati a partecipare e a sostenere entrambe
le iniziative.
Legambiente
e Pro Natura del Vercellese